Tutti noi abbiamo sentito parlare del cashmere: la fibra tessile nobile per eccellenza, impiegata per il confezionamento di capi ed accessori di alta moda. In Italia la patria del cashmere è sicuramente Biella, dove hanno sede i brand del lusso più iconici quando di parla si tessuti di pregio, ma anche realtà meno note, che filano e tessono questa pregiatissima lana, apprezzata per la sua morbidezza e leggerezza. Il capoluogo laniero deve la sua fortuna alla purezza dei suoi torrenti e alle caratteristiche chimico-fisiche delle loro acque che permettono di lavorare il filato ottenendo una setosità assoluta, difficilmente riproducibile altrove.
Questa particolare lana si ottiene dalla tosatura dalle capre hircus, che sono allevate in ambienti dal clima molto rigido. Questi animali quindi, per proteggersi dal freddo, sviluppano due mantelli: quello più esterno è formato da peli spessi ed ispidi, mentre quello interno, a diretto contatto con la pelle della capra, è formato da una peluria sottilissima e molto calda. Questo secondo mantello, denominato duvet, è quello utilizzato per ottenere il filato pettinato, che viene utilizzato per confezionare capi in cashmere propriamente detti.
Le capre hircus vengono allevate negli altopiani asiatici, dall' Iran alla Russia, passando per Afganistan, Turchia, India, Pakistan e Corea. E' in Cina però che troviamo le fibre migliori: nel Paese del dragone il cashmere viene prodotto in Tibet, ma soprattutto in Mongolia. Il cashmere di questa regione è il migliore al mondo per finezza delle fibre, circa 15 microns, ma anche per lunghezza e uniformità del vello. Dalla Mongolia riceviamo due tipi di fibre, quella marrone proveniente dalle steppe a nord del deserto del Gobi, e quella bianca, la più preziosa, prodotta nella parte meridionale della regione.
Il prelievo del duvet avviene in primavera, quando le temperature sono più miti, in inverno il termometro può arrivare a segnare i -30º, pettinando le capre nelle zone della gola e del sottopancia. La fibra viene quindi degiarrata, separando girarra e sottovello, e lavata, ricavando tra i 150 e i 200 grammi di lana per animale all'anno.
Il segreto di questa fibra non risiede solo nell'inconfondibile sensazione di morbidezza che lascia sulla pelle quando la si tocca, nella sua brillantezza e nella sua lucidità. Quello che rende il cashmere inimitabile è la presenza di una “camera d’aria” interna, che dona alla lana proprietà di termo-regolazione e di traspirazione imbattibili con spessori così ridotti. Al microscopio questo tipo di pelo si differenzia dalle altre lane per avere scaglie meno nette, margini distanziati e angoli lisci.
A determinarne il prezzo sul mercato intervengono diversi fattori come la purezza, la finezza e la lunghezza, ma sarà il colore a determinare quello più pregiato: più questo sarà chiaro, più il suo costo sarà elevato.
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