Jersey: la stoffa resa celebre da Coco Chanel

Il mondo della Moda non sta mai fermo ed in questo periodo praticità e comodità sono la parola d'ordine per chi si occupa di abbigliamento. Per venire incontro a questa esigenza abbiamo ampliato il nostro catalogo con una vastissima scelta di stoffe jersey, ne avete ben 137 fra cui scegliere cliccando qui. E' il materiale perfetto con cui confezionare giacche o pantaloni dal look impeccabile e con un comfort impareggiabile, grazie all'elasticità che contraddistingue questa particolare lavorazione.

Il jersey non è un tessuto!

Ma di cosa parliamo esattamente quando usiamo il termine jersey? Per prima cosa dobbiamo fare chiarezza: il jersey non è un tessuto, ma una maglia. La differenza? Mentre i tessuti vengono prodotti con trama ed ordito a telaio, il jersey è una stoffa realizzata a maglia rasata utilizzando macchine circolari di finezza elevata. Grazie a questo tipo di lavorazione, dove il filo viene intrecciato con uncinetti, ferri da maglia o macchinari appositi a formare anse o boccole e poi allineato ad altri per creare una riga di tessuto, si ottiene un panno rasato, a nido d'ape, elastico in lunghezza e larghezza. Solitamente il jersey viene prodotto a partire da viscosa, cotone o lana, ma è una lavorazione che può essere utilizzata su tutte le fibre tessibili. 

Perché si chiama jersey

L'origine del jersey è da ricercarsi nella Gran Bretagna del XIX secolo, dove i pescatori che abitavano l'isola di Jersey sulla Manica svilupparono questa tecnica di lavorazione per creare abiti da lavoro che fossero caldi, morbidi e comodi da usare, perché molto elastici. Il suo ingresso nel mondo dell'alta moda però è tardivo: la prima stilista ad utilizzare il jersey per confezionare abiti che esaltassero le forme femminili è stata Coco Chanel, negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale. Anche per Chanel la scelta è stata dettata dall'estrema elasticità di questa stoffa, grazie alla quale ha potuto lanciare la sua idea di moda femminile basata sulla vestibilità e comodità dei capi “in cui le donne possano vivere, respirare, sentirsi comode e sembrare più giovani”, ha spiegato lei stessa. 

Le caratteristiche uniche del jersey

Come abbiamo visto in precedenza, il jersey si adatta a qualsiasi tipo di filato, risultando sempre e comunque elastico. Questa qualità può essere esaltata inserendo al suo interno fili di Elastan, che lo rende particolarmente adatto per la produzione di capi sportivi, da lavoro o dove comunque si ricerca una perfetta aderenza al corpo. Anche la sua pesantezza può variare, in base alla finezza dei filati scelti, facendo del jersey un tessuto facilmente adattabile a diverse esigenze. Non solo: se viene prodotto utilizzando particolari accorgimenti il jersey può diventare indemagliabile. Anche se la stoffa viene bucata o lacerata, il foro non tende ad allargarsi e la maglia non si disfa, permettendo una rapida riparazione del capo.

Una lavorazione per tutte le fibre

Scendendo un po' più nel dettaglio possiamo suddividere le varie tipologie di jersey in quattro grandi famiglie. Il jersey in cotone, particolarmente adatto per capi leggeri, ha un aspetto opaco, morbido ed elastico. Il jersey in lana è del tutto simile a quello in cotone ma è preferibile quando si vuole dare calore alle proprie creazioni, rendendolo ideale per cardigan, abiti invernali, felpe e vestiti per neonati. Il jersey in viscosa invece è più apprezzato dalla sartoria femminile perché si presenta lucido, ha una vestibilità molto elegante e al tatto dà una piacevole sensazione di setosità. Infine il jersey in poliestere e poliammide: questa stoffa presenta colori brillanti ed è quella dove solitamente si utilizzano percentuali di Elastan per rendere il tutto ancora più elastico. 

I vari tipi di lavorazione del jersey

Il jersey poi si distingue oltre che per i materiali impiegati, anche per il tipo di lavorazione. Si parte dal jersey singolo o trikot dove la stoffa viene lavorata a maglia a strato unico e presenta un dritto ed un rovescio. Il jersey doppio o Romanit, più robusto del singolo, è elastico solo larghezza perché viene realizzato a maglia a due strati e quindi presenta su entrambe le facce solo maglie diritte o solo maglie rovesce. Anche il jersey interlock è più resistente del single jersey e presenta bordi che non tendono ad arrotolarsi. Per fabbricarlo si utilizza la tecnica a maglia double-face, con maglie fitte e sottili posizionate diritte su entrambi i lati, per una stoffa dall'aspetto decisamente compatto. Lo stesso tipo di lavorazione a maglia double-face viene impiegata anche per la produzione di  jersey Jacquard, dove i disegni o i rilievi, detti jacquard, sono creati grazie a particolari nodi sulla maglia. Questa tipo di stoffa risulta meno elastica delle altre perché annodata. Con jersey strecht infine si intende quella stoffa che ha al suo interno percentuali variabili di elastan, per il massimo dell'elasticità. 

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