Pure cashmere e mix cashmere: i tessuti etichettati come cashmere non sono tutti uguali. Più il contenuto di fibra pregiata è alto, più la stoffa che stiamo acquistando risulterà essere di maggiore qualità e quindi più costosa. La prima cosa da verificare quindi quando si decide di comprare un panno in cashmere è leggere attentamente l'etichetta, che per legge deve riportare le percentuali dei filati utilizzati al suo interno.
La sigla internazionale del cashmere è WS: ciò significa che se in etichetta è segnalata solo questa sigla ci troviamo davanti ad un 100% cashmere. Questa fibra si presta ad essere mescolata con altri filati, naturali o sintetici per la produzione di stoffe in mix cashmere.
Mix cashmere: di cosa stiamo parlando
Ad esempio la seta (sigla SE) si sposa molto bene con il cashmere, donando lucentezza e migliorando la vestibilità dei capi. D'altro canto però, essendo più rigida, la stoffa misto seta/cashmere si presenterà meno morbida al tatto di una in pure cashmere. Anche la lana (sigla WO) viene comunemente utilizzata per produrre tessuti misti. In questo caso a variare sarà il volume del tessuto: se infatti il cashmere ha uno spessore medio di 15 micron, la lana Merino, fra le più pregiate, ha uno spessore di 20 micron. Anche il cotone viene utilizzato per creare stoffe miste, che avranno il pregio di essere meno costose e più fresche. Fra i materiali sintetici invece solitamente il cashmere viene mescolato a nylon (sigla PA) o ad elastan (sigla EA), per conferire al tessuto un'elasticità maggiore.
Oltre l'etichetta
Oltre all'etichetta, una mano esperta può riconoscere una stoffa in pure cashmere da alcuni dettagli. Ad esempio si può sfregare il panno e verificare se con la frizione si sono creati piccoli pallini di tessuto. In questo caso è meglio esaminare con più cura il tessuto. Il pilling non è sinonimo immediato di un mix cashmere, ma può essere un indicatore della presenza nel tessuto di fibre corte, che vengono liberate dalla strofinatura.
Se ancora abbiamo dei dubbi possiamo eseguire un altro test: andiamo a tirare la stoffa per i suoi due lati e controlliamo se ritorna alla sua forma originale. In caso contrario ci troviamo davanti ad un tessuto realizzato con fibre di scarsa qualità o immagliato poco fittamente.
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